Plinio il Vecchio lo cita ed indica gli architetti e scultori Rhoikos e Theodoros come due dei creatori del Labirinto di Lemno. Ricerche e studi condotti dalla Scuola di Archeologia Italiana di Atene in collaborazione con IMEA/CNR hanno fatto luce su una lastra di pietra incisa recante iscrizioni tirreniche attribuibili all’VIII secolo AC.
La stele, a forma di porta, è in pietra locale e venne reperita durante gli scavi archeologici, posta a copertura di una semplice sepoltura della necropoli ateniese di Efestia, a Lemno. La stele venne riutilizzata dopo essere stata asportata, molto probabilmente, dalla più antica e poco distante necropoli tirrenica ad incinerazione di Efestia, che venne abbandonata dopo la conquista di Atene dell’isola.
Esistono a Lemno testimonianze documentate di corrispondenze tra l’arte tirrenica e quella minoica, da cui si pensa abbia preso ispirazione l’artista che scolpì questo labirinto sulla pietra, oltre alla scoperta ad un substrato di miti e cedenze di certa origine minoica e micenea.
Il Labirinto di Lemno è monocorsuale di forma quadrata, di stretta derivazione cretese, il bassorilievo propone un quarto dell’intero sviluppo del labirinto.